Il sushi è un alimento della cucina giapponese che negli ultimi anni si sta diffondendo in maniera capillare anche nel nostro paese, registrando un numero di consumatori in continuo aumento.
Pur essendo molto semplice, risulta decisamente elegante se sapientemente impiattato, così da creare una composizione che possa soddisfare non solo il palato ma anche gli occhi di chi si accinge a degustarla.
Nel luogo di origine questa pratica è considerata una vera e propria forma di arte, chiamata con il termine Moritsuke.
È davvero interessante imparare a riconoscere il piatto giusto per ogni portata e la disposizione degli elementi nel piatto affinché ci sia la giusta armonia cromatica e visiva.
Il sushi gustato da tutti i sensi
Quando si parla di una cena a base di sushi, è necessario premettere che il modo migliore per degustarlo è quello di permettere a tutti e 5 i sensi di partecipare attivamente.
Sarebbe un vero peccato limitarsi a introdurre semplicemente il cibo all’interno della bocca, poiché la sua valenza a livello visivo e olfattivo può accrescere ancora maggiormente il valore dell’esperienza vissuta, percependo su più livelli un piatto così antico e tradizionale, basato sull’armonia delle cromie e la simmetria della composizione.
Analizziamo nel dettaglio come impiattare il sushi secondo l’arte del Moritsuke, da rispettare nei dettagli per ottenere un effetto in linea con le aspettative.
Come si presenta un piatto di sushi ai commensali?
In primo luogo è necessario partire dalle basi e scegliere appunto il tipo di supporto più idoneo alla causa.
Perfetti sono i piatti della linea Churchill Stonecast, caratterizzati da diversi motivi e da cromie delicate e rilassanti, declinati in tante nuance differenti.
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Certamente molto importante è anche il materiale utilizzato e la forma del piatto, che segue quella dell’intera composizione assecondandola, senza mai apparire eccessivamente invadente o prendendo il ruolo di protagonista.
All’interno i singoli elementi vengono disposti uno a uno per creare suggestive geometrie, che possano massimizzare l’effetto sensoriale a livello prettamente visivo.
Il suggerimento è quello di collocare prima i pezzi più grandi e successivamente disporre il resto leggermente in sovrapposizione, senza però mai affollare troppo lo spazio, che deve apparire pulito ed elegante agli occhi degli ospiti.
L’inserimento del ghiaccio non solo presenta una finalità pratica, quella di mantenere il pesce fresco al palato anche se le temperature non sono troppo basse, ma anche estetica, poiché crea contrasto con il colore acceso del sashimi, caratterizzato da toni ben visibili se accostati alla trasparenza dell’acqua.
Lo stesso discorso è possibile farlo con le strisce di agrumi che vengono poste alla base o lateralmente, sia per rinfrescare la bocca durante il pasto che per assecondare le cromie del pesce crudo in maniera discreta, risultando allo stesso tempo molto scenografico.
In alternativa, senza abbondare troppo nella quantità, è possibile utilizzare piccoli fiori o foglie dai colori forti, da alloggiare sopra alle tartare o al chirashi, all’apparenza un sushi scomposto che però viene realizzato seguendo regole davvero precise e a tratti maniacali.
Attenzione ai toni e al sapore del sushi
Quando si porta in tavola il sushi, magari utilizzando un piatto dall’inusuale forma rettangolare, l’effetto che si spera di ottenere è quello di sorpresa e ammirazione.
Per far si che ciò accada il suggerimento è quello di disporre i singoli pezzi e creare una sorta di diagonale, cercando di mantenersi quanto più possibile dritti per favorire l’effetto geometrico.
A seconda della grandezza del supporto, fate molta attenzione a non collocare un numero eccessivo di roll, altrimenti il risultato sarebbe di disordine e non seguirebbe il rigore richiesto.
Lo zenzero fresco e le salse, poste nelle apposite ciotoline, dovrebbero essere posizionate a destra, così come prescrive la tradizione, facendo molta attenzione a non versarne il contenuto sulla superficie in ceramica lavorata.
Questa deve infatti rimanere sempre estremamente pulita, per non compromettere in maniera determinante il risultato finale.
Molto spesso i migliori ristoranti del settore alloggiano il pesce sopra delle foglie di bambù di differenti dimensioni, che donano colore alla composizione senza appesantirla troppo e farla apparire poco di classe.
Solitamente risaltano maggiormente se il piatto utilizzato è nero o comunque scuro, creando un insieme di cromie decisamente piacevoli alla vista.
Fate molta attenzione all’alternanza dei colori, che non devono essere messi tutti dallo stesso lato ma alternati, in modo da creare un impiattamento armonico e simmetrico per compiacere lo sguardo.
Regolatevi secondo quello che è il numero di cromie da inserire e lo spazio a disposizione, cercando di sfruttarlo con criterio e non in maniera del tutto casuale.
Non esiste nulla di non pianificato nella filosofia Moritsuke, poiché ogni passaggio prevede la perfetta realizzazione di quello precedente.
Quali piatti utilizzare per impiattare il sushi
Il suggerimento principale è quello di riporre nel cassetto le soluzioni in plastica e optare per materiali naturali come il legno, che dona un’idea di maggiore contatto con la natura e allo stesso tempo consente di raggiungere una raffinatezza di grande livello.
Un’ottima alternativa è la ceramica lavorata, che può presentare piccoli motivi in rilievo o meno e una lucentezza capace di riflettere la luce ed esaltare il colore del sushi e del sashimi al suo interno.
Sarebbe preferibile servirsi di piatti di un solo colore, per evitare di creare accostamenti troppo arditi e soprattutto distogliere l’attenzione da quello che è il vero protagonista della composizione, cioè il più celebre tra i cibi giapponesi, apprezzato nel nostro paese per gusto e resa estetica.
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