Gli appassionati di fantascienza classica ricorderanno bene quando, in alcune serie TV e film di successo, si vaticinava circa i futuri abitanti della terra che avrebbero consumato pasti sintetici a base di pasticche concentrato di essenze di cibi che ancora oggi troviamo in abbondanza sulle nostre tavole.

Ebbene, non in quei termini ma il problema del cibo del futuro, per il futuro, ora si comincia a porre seriamente partendo dall’assunto di base che la popolazione europea è in aumento e le fonti di cibo scarseggeranno sempre più alla luce degli sconvolgimenti climatici per colpa della ormai tristemente famosa Co2.

Secondo gli scienziati Onu, ad esempio fra cinquant’anni, nelle regioni mediterranee come l’Italia, il calo dei raccolti di frumento potrebbe superare il 20 per cento: per pane e pasta tempi duri dunque. Per ogni grado in più di temperatura, è stimato che il raccolto di mais scende del 7% con tutte le conseguenze sia sull’agricoltura che sull’allevamento di bestiame e tutto il ciclo vitale che ne consegue.

Quale soluzione allora? Eccola: appena nel 2050 – futuro molto prossimo- insetti e carne sintetica potrebbero sostituire pesci, crostacei e bistecche. Detta così può risultare sgradevole e un po’ apocalittica la cosa ma si consideri che abbiamo raggiunto i 7 miliardi di persone, la popolazione mondiale continua ad aumentare e sempre più urgente si fa la questione alimentare: è necessario trovare risorse alternative, a basso impatto ambientale, per sfamare la popolazione del pianeta.

Sarebbero, dunque, circa 1.400 le specie di insetti commestibili per l’uomo , è solo questione di abituarsi all’idea. Scienziati sostengono che questi animaletti hanno valori nutrizionali più elevati della carne, oltre a contenere molte proteine. Allevarli costa meno rispetto ai bovini, richiede un minor consumo di acqua e non danneggia l’ambiente con emissioni gassose.

Nel  Vecchio Continente esiste indubbiamente un blocco psicologico verso il consumo alimentare di questi animaletti ma bisogna prepararsi e farsene una ragione. Del resto già molti paesi asiatici e non solo hanno nei loro menù quotidiani questo tipo di consumi. Certo gli europei non hanno questa tradizione e i loro palati sono probabilmente più raffinati, ma un’idea potrebbe essere quella di confezionare hamburger o salsicce a base di insetti.

Un’alternativa saranno certamente le Alghe; ne esistono più di diecimila tipi nei mari del mondo e sono  una grande speranza (e un grande business) per l’umanità futura: nutrirebbero uomini e animali, potrebbero essere coltivate negli oceani (supplendo in questo modo alla crescente mancanza di terre coltivabili e di acqua) e servirebbero anche per produrre bio-carburanti, riducendo il fabbisogno di fossili inquinanti come petrolio e carbone.

Consolazione per i carnivori tradizionali e speranza fervente può essere riposta nella ‘Carne in Vitro’. Per ora l’hanno prodotta ricercatori olandesi, stimolando la crescita di strisce del tessuto muscolare con l’uso di cellule staminali di provenienza bovina. Entro l’anno arriverà addirittura il primo hamburger di laboratorio!