E’ probabilmente, anzi sicuramente, il dolce italiano più famoso e anche quello più diffuso nel mondo: il Tiramisù. Tanta fama nasconde, però, una gran disputa circa le vere origini del dolce e la contesa a colpi di fatti storici.

La prima ipotesi che il dolce abbia avuto natali nella città veneta di Treviso sembra anche la più plausibile e il “tiramisù” potremmo chiamarlo addirittura “tirame su”. Racconti vogliono che tutto nacque dallo “sbatudin”, dolce povero ed energetico a base dituorlo d’uovo montato con lo zucchero, destinato soprattutto ai bambini, agli anziani e ai convalescenti. Era nota anche l’usanza veneta di consumare lo zabaione assieme alla panna montata e a dei biscotti secchi: i baicoli. Ecco che i pasticcieri e i ristoratori trevigiani lavorano per tirare fuori da quello “sbatudin” un dolce veramente speciale che vedrà la luce nel 1970.

La seconda ipotesi tira in ballo niente di meno che la “zuppa del duca” senese dolce dedicato addirittura a Cosimo III de’Medici, che però appare più uno dei progenitori della zuppa inglese che del tiramisù, soprattutto per l’assenza dei savoiardi e del mascarpone.

La beffa per i veneti è proprio di qualche mese infatti sul supplemento ordinario n. 41 della Serie Generale n. 176 del 29 luglio scorso compare l’elenco aggiornato dei “prodotti agroalimentari definiti tradizionali” . Al numero 137 dei prodotti relativi alla regione Friuli Venezia Giulia ecco comparire il “tiramisù”, nella sezione dedicata ai dolci. Un vero e proprio scippo!

Sì, perché la ricetta originaria prevede la presenza di pochi e chiari ingredienti:

  • mascarpone,

  • savoiardi,

  • zucchero,

  • uova,

  • caffè,

  • cacao amaro in polvere

La preparazione risulta anche essa semplice procedendo prima a preparare la bagna di caffè e la crema al mascarpone, poi si può passare al montaggio vero e proprio del dolce. Prendiamo la pirofila di vetro dentro la quale andremo ad preparare il nostro tiramisù e versiamo una quantità generosa di crema.

Fatta la prima base di crema, bagniamo un savoiardo per volta velocemente nel caffè senza inzupparlo troppo e li disponiamo uno per uno, uno a fianco all’altro. Finito il primo strato di savoiardi, copriamo con la crema preparando la seconda e ultima base. Ripetiamo l’operazione imbevendo i savoiardi nel caffè e adagiandoli sul secondo strato di crema, che poi ricopriremo con un nuovo strato di crema e di cacao amaro in polvere. A questo punto il nostro tiramisù è finito, non vi resta che metterlo in frigorifero, per far amalgamare bene gli ingredienti e servirlo alla temperatura ideale. In genere è consigliabile preparare il dolce il giorno prima per consumarlo il giorno dopo.

Va detto anche che il tiramisù è uno dei dolci che più si è prestato alla fantasia dei mastri pasticceri ed esistono infinite varianti della versione originali. Al limone, alle fragole, alla nutella solo per citare quelle versioni che cambiano il gusto dominante caratterizzando il sapore del dolce. Altre varianti sono quelle che prevedono l’utilizzo di panna in per alleggerire la crema al mascarpone oppure l’utilizzo di pan di spagna o amaretti in sostituzione dei savoiardi.

Il tiramisù resta il dolce italiano più famoso e diffuso nel mondo, basti dire che il suo nome è presente nel vocabolario comune di ventitré lingue diverse e che in tutta Europa è la quinta parola italiana più conosciuta.

Infine, a tributo del dolce è nato da pochissimo a New York un locale “tutto Tiramisù” al 131 di Christopher Street, e già ha avuto recensioni entusiastiche finanche dal New York Times!