Il tema Vegetariani/Vegani dovrebbe a buona ragione rientrare in quella sfera di scelte personali inalienabili e, sopratutto, indiscutibili ma la realtà è tutt’altra. Naturalmente, in principio v’era il “Vegetariano” e solo dopo si è sviluppato il “Vegano” come lo conosciamo oggi e che – nonostante si pensi ancora diffusamente che possa trattarsi di una moda del momento – in realtà dovrebbe essere la definizione di chi abbraccia una precisa filosofia di vita.
Come enuncia la vegan society il Veganesimo è “uno stile di vita che cerca di escludere, per quanto possibile e praticabile, ogni forma di sfruttamento e crudeltà nei confronti degli animali, sia essa legata alla produzione alimentare, di indumenti o a qualsiasi altro scopo.”
I dati diffusi dall’ultimo Rapporto Italia di Eurispes parlano di un aumento di coloro i quali si dichiarano vegetariani nel nostro Paese, che oggi rappresentano il 7,1 per cento del campione di persone intervistate.
I vegani si fermano all’incirca all’1 per cento, un dato comunque in grande crescita rispetto allo 0,6 per cento dell’anno precedente. I due punti principali su cui oggi si basano le argomentazioni dei vegani sono la maggiore sostenibilità ambientale delle diete cruelty free e le questioni di salute.
La dieta vegana
La dieta vegana è una variante di quella vegetariana: mentre i vegetariani si limitano a non mangiare né carne né pesce, i vegani si astengono da tutti i cibi che contengono prodotti di derivazione animale, quindi anche latte, formaggi, uova e miele. Ma il veganesimo si spinge anche al di là delle abitudini alimentari: nella sua accezione ortodossa il vegano non dovrebbe usare vestiti di lana e seta, scarpe, borse e divani di pelle, o cosmetici testati sugli animali.
La diatriba
La diatriba, come al solito, nasce quando si disequilibrano le questioni in discussione e quando si estremizzano i comportamenti estendendoli non solo alla propria persona ma anche a chi ci sta vicino o diventano addirittura bollenti quando si parla di convinzioni applicate alla dieta di bambini. Naturalmente, il buon senso dovrebbe in genere bastare a comprendere che il modo di alimentarsi di un adulto è ben differente da quello di un lattante, un bambino, o un adolescente ma quando al buon senso si sostituisce l’ideologia si finisce per ragionare poco.
Alimentazione corretta dovrebbe voler dire assumere tutta quella gamma di nutrienti vitali che il nostro corpo richiede: proteine, vitamine, sali minerali, zuccheri, tanto per citare i più comuni, e non sempre le diete di vegeteriani, vegani ma a dire il vero anche di tanti “onnivori” li ricomprendono appieno. E’ sull’alimentazione vegana dei neonati, per esempio, che la comunità scientifica conserva maggiori diffidenze, soprattutto sulle alternative al latte materno. Anche per gli adulti la tenzone è molto sviluppata.
Le finalità del Veganesimo sono del tutto condivisibili, sia in termini di scelte animaliste che in termini di preservazione ambientale, specie nella sottolineatura che gli allevamenti intensivi e lo sfruttamento della risorse naturali di tipo intensivo sul medio lungo periodo portano il Pianeta in sofferenza. L’ integralismo vegano può, però, procurare seri danni se queste convinzioni vengono portate avanti nella modalità fai-da-te sul piano dell’alimentazione senza una supervisione professionale adeguata.
Il discorso tende a divenire, come è giusto che sia, sempre più tecnico e scienziati dell’alimentazione di varia estrazione si contendono le loro ragioni sia sul versante Vegano che su quello Onnivoro. Non entriamo nella disputa che richiederebbe spazi ben più strutturati di questo ma chiudiamo solo con un’esortazione a tutti: scegliete consapevolmente il vostro regime alimentare ed evitate di farne una guerra di religione a tutti i costi, valutate ed informatevi da fonti scientifiche, evitate l’approssimazione delle discussioni e del chiacchiericcio indiscriminato; siate responsabili di voi stessi e mangiate come meglio sentite di fare.