Il vino è un prodotto particolare. Va degustato in maniera attenta, in modo tale da rilevare con più attenzione le note differenti che contraddistinguono la bevanda stessa.

Al fine di assaporarne al meglio l’essenza, chi beve dovrà utilizzare diverse sfere sensoriali; solo così, infatti, diviene possibile riconoscere il gusto, il retrogusto e l’aroma del vino, indipendentemente dalla tipologia dello stesso.

Ma è davvero possibile riuscire ad assaporare un vino in maniera efficace, pur non vantando le competenze di un sommelier?

Certo che sì.

Ciò che conta, però, è tenere a mente alcune pratiche da mettere in atto. Vediamole nel dettaglio!

Degustazione di un vino: i sensi coinvolti

Assaporare un vino significa certamente fare uso del gusto, oltre che dell’olfatto, i due sensi principali con cui l’utente potrà riconoscere fin da subito alcune peculiarità della bevanda da esaminare.

Tuttavia, nella procedura di degustazione giocherà un ruolo fondamentale anche la vista.

Proprio così: attraverso un esame visivo, il “sommelier” – professionista o amatoriale che sia – potrà trarre una serie di conclusioni in merito alle caratteristiche del vino stesso.

Logico pensare che i tre sensi vadano allenati. Un principiante, infatti, non noterà particolari differenze tra una bevanda e l’altra, ad eccezione delle questioni – comunque “superficiali”, assai meno approfondite rispetto alle considerazioni deducibili da un professionista – riguardanti il gusto.

E per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze citate? In che modo è possibile apprendere le tecniche e approfondire le proprie capacità sensoriali?

L’apprendimento si basa sulla pratica, oltre che sulla frequentazione di corsi appositi che garantiscano la possibilità di esercitarsi a dovere.

In linea generale, gli esperti evidenziano come sia importante soffermarsi non tanto sulla metodologia effettiva per degustare il vino, quanto piuttosto sul prodotto originario alla base della bevanda, vale a dire il succo d’uva fermentato.

Conoscerlo in profondità significa riuscire a coglierne le infinite sfumature, il che potrà aiutare nella degustazione effettiva del vino.

E, non meno importante, sarà fondamentale concentrarsi sulla propria sensibilità, anche questa da sviluppare a fondo.

Il concetto di “degustazione”

Ma cosa si intende, effettivamente, per “degustazione”? Cosa comporta l’assaggio e l’assaporamento di un buon vino?

La degustazione può essere intesa come un insieme di azioni, oltre che di sentimenti, che vengono trasmessi dal produttore del vino alla sua bevanda.

Attraverso il suo operato vengono tramandate anche le etichette, le tecniche di vinificazione utilizzate e le condizioni climatiche nelle quali il vino è stato prodotto, tutti aspetti che il sommelier, o l’aspirante assaggiatore della bevanda, deve essere in grado di riconoscere, e successivamente valutare.

Trattandosi di una procedura “standardizzata”, la degustazione prevede una serie di fasi da tenere in considerazione, oltre che una serie di oggetti per realizzare il processo in maniera coerente.

A tal proposito, va fatta una precisazione “ovvia”.

Una degustazione professionale, generalmente, richiede il rispetto rigoroso di tutte le fasi effettive della prassi, a partire dalla “copertura” delle bottiglie – si parla di degustazione “alla cieca”, poiché le bottiglie stesse vengono coperte per non influenzare il giudizio del sommelier.

Discorso differente, invece, per quanto riguarda una prova amatoriale, che potrà essere realizzata anche tra amici, senza particolari pretese.

Degustare un vino: quali oggetti utilizzare?

Veniamo agli oggetti da avere con sé al momento della degustazione.

La pratica prevedrà l’utilizzo della bottiglia, chiaramente, un calice adatto per il tipo di vino da degustare, e che risulti pulito in maniera ottimale (importante che non sia stato appena lavato con del sapone), un foglio di carta su cui annotare degli appunti e un eventuale blocco notes per segnarsi altri aspetti da considerare.

Come anticipato in precedenza, va prestata particolare attenzione alla tipologia di calice da utilizzare.

Un Sauvignon, ad esempio, richiede un calice dotato di un’apertura ben svasata, mentre per vini più corposi vanno prediletti dei bicchieri più ampi al loro centro, e che favoriscano la diffusione degli aromi della bevanda.

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Detto ciò, passiamo alle fasi operative che contraddistinguono l’assaggio del vino.

Le fasi di degustazione

La degustazione parte con l’apertura della bottiglia. Si dovrà riempire un bicchiere per un terzo o un quarto della sua capienza, facendo scorrere per bene la bevanda. Fatto ciò, si procederà con l’esame visivo: il calice andrà sostenuto per il suo stelo, in modo tale da evitare che il calore della mano possa influire sulla temperatura del vino versato.

In questa fase si dovranno valutare aspetti quali la trasparenza della bevanda, la sua limpidezza e l’effervescenza (se presente), tutti aspetti che permettono all’utente di rilevare eventuali difetti “facilmente” percepibili alla vista.

Terminato l’esame visivo, si procede con la rotazione del calice. L’operazione si rende necessaria per permettere al vino di aderire alle pareti, andando a formare degli “archetti” che consentano di verificare la viscosità della bevanda – oltre che la gradazione alcolica: tanto maggiore sarà il numero di archetti, tanto più elevato, con tutta probabilità, risulterà il grado alcolico.

Si passa quindi all’esame olfattivo. In questa fase, l’utente dovrà avvicinare il calice al proprio naso, per poi inspirare profondamente chiudendo gli occhi. Questo serve per concentrarsi esclusivamente sulla bevanda, “lasciando fuori” qualsiasi altra distrazione.

Qui, il gioco si fa più difficile. Chi assapora il vino dovrà essere in grado di annotare le sensazioni che il prodotto stesso sprigionerà nella propria mente. Il profumo della bevanda potrà rievocare ricordi, rimandando anche a odori naturali quali erbe, fiori, o frutti vari.

Infine, vi è l’assaggio vero e proprio. Il vino andrà sorseggiato in piccole quantità, nonché trattenuto in bocca per qualche secondo, in modo tale da cogliere le diverse sensazioni percepite. Quello che conta è concentrarsi sulle sensazioni fisiche trasmesse dalla bevanda, focalizzandosi sul sapore iniziale, quello intermedio e quello finale. Per poi cercare di esprimere un giudizio.